Carol by Highsmith Patricia

Carol by Highsmith Patricia

autore:Highsmith Patricia [Patricia, Highsmith]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 88-452-2551-8
editore: Bompiani
pubblicato: 1951-12-31T23:00:00+00:00


13

Fu Richard a cominciare.

"Perché ti piace tanto, poi?"

Era una sera in cui lei aveva mandato a monte un appuntamento con Richard per la remota possibilità che Carol venisse a trovarla. Carol non si era vista, ed era passato da lei Richard, invece. Ora, alle undici e cinque, nel vasto ristorante self-service dalle pareti color rosa di Lexington Avenue, lei era stata lì lì per esordire, ma Richard l'aveva preceduta.

"Mi piace stare con lei, mi piace parlare con lei. Mi è caro chiunque con cui sia possibile parlare." Le frasi di una lettera che lei aveva scritto a Carol e mai impostata le passavano per la mente, quasi in risposta a Richard. "Mi sento come se tendessi le mani in mezzo a un deserto, e tu fossi pioggia che cade sopra di me."

"Ti sei presa una maledetta cotta per lei," annunciò Richard, in tono esplicativo e risentito.

Therese trasse un profondo respiro. Doveva limitarsi a dire di sì, o doveva cercare di spiegare la cosa? Che cosa poteva mai capirne, lui, quand'anche gliel'avesse spiegata con milioni di parole?

"Lei lo sa? Ma certo che lo sa." Con la fronte aggrottata, Richard aspirò una boccata dalla sigaretta. "Non ti sembra che sia piuttosto sciocco? È come le cotte che prendono le scolarette."

"Tu non capisci," disse lei. Si sentiva così sicura di sé. "Ti rawierò come musica impigliata nelle chiome di tutti gli alberi della foresta..."

"Che cosa ce da capire? Ma lei sì, lei capisce, e non dovrebbe darti corda. Non dovrebbe giocare con te in questo modo. Non è giusto nei tuoi confronti."

"Non è giusto nei miei confronti?"

"Quello che sta facendo, divertendosi con te? E poi un giorno stancarsi e darti un calcio?"

Darmi un calcio?, pensò lei. Ma in che senso? Come si può prendere a calci uno stato d'animo? Era furente, ma non aveva voglia di discutere. Non replicò.

"Sei come inebetita!"

"Sono perfettamente sveglia. Mai stata più sveglia di così." Therese prese un coltello dal tavolo e fece scorrere il pollice avanti e indietro sul rialzo alla base della lama. "Perché non mi lasci perdere?"

Lui la fissò, accigliato. "Lasciarti perdere?"

"Sì."

"Vuoi dire, riguardo all'Europa, anche?"

"Sì," confermò lei.

"Ascolta, Terry..." Richard si dimenò sulla sedia, protendendosi verso di lei, esitò, poi prese un'altra sigaretta, l'accese con fare disgustato, gettando il fiammifero a terra. "Sei in una specie di trance! É peggio..."

"Solo perché non voglio discutere con te?"

"È peggio che se fossi impazzita per amore, perché è tutto così completamente irragionevole. Non lo capisci?"

No, lei non capiva una parola.

"Ma ti passerà in una settimana, vedrai. Spero. Mio Dio!" Tornò a dimenarsi. "Se penso... Se solo per un attimo penso che vuoi praticamente dirmi addio per via di una stupida infatuazione!"

"Io non ho detto questo. L'hai detto tu." Tornò a fissarlo, a osservare quel volto rigido che cominciava ad arrossarsi al centro delle guance piatte. "Ma perché dovrei desiderare di stare con te se non fai altro che discutere di questo?"

Lui si lasciò andare contro la spalliera. "Di qui a mercoledì, a sabato, non la penserai più come ora. Non sono nemmeno tre settimane che la conosci.



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